giovedì 17 aprile 2008

Certificazioni EUCIP e fondo FAPI



Oggi sono stato alla presentazione del protocollo d'intesa siglato da AICA e FAPI per riconoscere la finanziabilità delle Certificazioni Informatiche Europee, ECDL ed EUCIP, nei piani formativi aziendali.

L'argomento è la formazione nelle PMI per arrivare alle certificazioni europee (ECDL per gli operatori IT ed EUCIP per i professionisti dell'ICT).

Arrivo al convegno dopo aver letto qualche cosa al riguardo ed in generale mi sembra di poter dire che il lavoro che è stato fatto per immaginare una certificazione professionale scissa dagli strumenti specifici e dai singoli vendor, ma legata alle competenze specifiche in varie aree tematiche del ICT, sia molto interessante.

Alla presentazione dell'accordo erano presenti:
Paolo Galassi - Presidente di Confapi
Bruno Lamborghini - Presidente AICA
W.Giorgio Scott - Università Cattolica Milano
Monica Galvanin - Galvanin Luigino SpA
Roberto Pettenello - Vicepresidente FAPI

Lamborghini introduce l'evento (in attesa dell'arrivo di Galassi, impantanato nel traffico) dando evidenza di quanto la mancanza di feeling delle nostre aziende (ma in generale della nostra cultura) con il mondo dell'IT sia alla base di molti dei problemi di competitività e di sviluppo dell'economia italiana.

Sono d'accordo, un numero su tutto, mediamente il nostro rapporto spesa IT / PIL è pari alla metà dei valori dei Paesi dell'area Euro ma anche (e questo è molto grave) a molti altri Paesi emergenti.

Pettenello illustra come è nato il FAPI (nel 2004) e come intendono portare avanti l'accordo con AICA. Nel passato il 18% dei progetti di formazione finanziati sono inerenti l'area informatica, ora si spera di portare avanti questi progetti fino alle certificazione del personale.

Galassi delinea come sia morto il concetto dei distretti in Italia sostituito in larga parte dai metadistretti. In parole povere il concetto di distretto territoriale, che ha fatto la fortuna dell'ingegno italico nel passato, si è modificato in network di aziende (tipicamente fornitori che collaborano con una multinazionale) localizzate in territori e Stati differenti.
E' chiaro che le tecnologie ICT sono alla base per una crescita in tal senso, non c'è scampo.

Fantastica affermazione del presidente di Confapi in chiusura : "... gli imprenditori devono capire che i soldi spesi in attività di gestione progetti e di formazione continua non sono soldi buttati via, ma l'unico modo per competere!". Grande!

Monica Galvanin presenta qualche numero sui progetti IT fatti in azienda (la Galvanin è una societa' metalmeccanica del vicentino) e su come abbiano fondato la strategia IT su quattro pilastri:
1) Stesura del Piano dell'IT in azienda di lungo periodo,
2) Utilizzo di un capo progetto interno a tempo pieno,
3) Formazione continua,
4) Rivisitazione del piano in funzione delle nuove tecnologie.

Bell'impostazione, mi è piaciuta.
E' conscia di aver speso tanto ma sa anche di aver cambiato radicalmente alcuni approcci e processi in azienda grazie all'IT. Non poco. In più il fatto di intendere l'implementazione dei progetti IT secondo un piano di lungo periodo ne fa un caso da studiare (l'azienda da 3,5 mln di euro nel '84 è passata agli attuali 30 mln, con circa 800/1000 ore di formazione all'anno).

Conclude Scott, professore di marketing. L'unica cosa che mi ha colpito nel suo discorso è l'affermazione (che condivido in pieno) come ci sia bisogno non tanto di tecnici preparati (ci sono, basta cercarli bene) ma di giovani che sappiano capire come sfruttare la leva delle nuove tecnologie per cambiare il business. Nel marketing ad esempio, siamo di fronte ad un cambiamento radicale, ma bisogna essere informati, preparati e soprattuto essere culturalmente pronti ad accogliere le tecnologie IT in tutto e per tutto (sono d'accordo, ci vuole una visione di quello che l'IT può portare all'interno dell'azienda, e secondo me in Italia non stiamo formando giovani con questa ottica).

Qualche mia conclusione :
1) non si può parlare di nuove tecnologie, di importanza culturale dell'IT nel mondo delle aziende e poi fare una presentazione super tradizionale, con i relatori seduti che a braccio fanno il loro discorsetto ... non è un problema solo estetico ma anche di sostanza. Questi enti mi sembrano essere un po' troppo "old style". Forse in questo contesto ci vuole una visione ed una realizzazione più adatta ai tempi correnti.

2) di dettagli operativi neanche l'ombra .... è vero che avrebbero firmato oggi l'accordo però ... se lanci una iniziativa così perchè non spenderci quattro lire e definire prima un bel sito con tutte le informazioni del caso ?

Qui il sito ufficiale. Qui un webseminar del 2007.

In ultima analisi vorrei cercare di definire un piano operativo per costruire dei percorsi di certificazione in azienda ... ci rivedremo !

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